DETTAGLIO NEWS DAL PROVINCIALE |
26/03/2010 - UFFICIO STAMPA | ||
CGIL e F.P. CGIL. La rimodulazione della rete ospedaliera non piace |
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La rimodulazione della rete ospedaliera dell’ASP 7 di Ragusa, è oggetto di una nota che le segreterie provinciali della CGIL e della F.P. CGIL hanno inviato al direttore generale dell’Asp 7, all’Assessore alla Sanità e alla Deputazione regionale . Nella nota si rileva: “ la rimodulazione delle rete ospedaliera rischia di vanificare quanto previsto dalla nuova riforma sanitaria. La nostra provincia viene collocata all’ultimo posto nel rapporto abitanti posti letto per acuti 2,3 (per mille abitanti), che sommato allo 0,5 di quelli per la riabilitazione raggiunge a malapena il 2,8 contro gli oltre 4 posti letto delle altre province. Questa situazione, di certo causerà un taglio delle prestazioni sanitarie all’intera popolazione della provincia. Di fatto, la provincia di Ragusa, rischia di pagare colpe non sue, poiché i grandi sperperi, nella sanità siciliana come ben tutti sanno, sono stati perpetrati altrove. In questo modo si rischia di buttare il bambino assieme all’acqua sporca. Non è pensabile che i previsti servizi territoriali (PTA) possano essere i supplenti dell’Emergenze-Urgenze per carenze di posti letto nei presidi ospedalieri, si snaturerebbe la loro destinazione e finalità, aumentando di molto il rischio clinico. La incerta tempistica di come riorganizzare la rete territoriale rispetto la perentorietà con cui si vuole attuare la dismissione dei posti letto, pone a rischio la salute dei cittadini. In altre regioni prima si è proceduto a realizzare la rete assistenziale del territorio e poi si è provveduto alla chiusura dei posti letto inutili, noi pensiamo che questo debba essere il percorso da praticare o quantomeno, procedere ad una contestualità nelle variazioni. Stiamo assistendo da mesi ad un lento ma continuo declino dell’attività sanitaria, nei reparti manca il personale, i farmaci e i presidi sanitari scarseggiano, le liste d’attesa continuano ad allungarsi, ma tutto cio non sembra turbare la direzione, la quale tira diritta nel suo piano di riordino, mostrandosi indifferente rispetto alle proposte del sindacato, che su questo tema intende contribuire positivamente. Prova ne è che l’amministrazione si è solo limitata ad illustrare il piano senza che si sia svolta una seria ed approfondita discussione. Il rischio in cui incorre è che sempre più i lavoratori tutti, si sentano estranei a quanto sta avvenendo, la percezione che il loro contributo ad elaborare un progetto di cambiamento, di ammodernamento e razionalizzazione della sanità Ragusana non sia ritenuto necessario, sta creando un malcontento generale fra quanti dovrebbero essere i protagonisti del cambiamento. Quindi si rischia di vanificare, quanto ci si propone. La nuova riorganizzazione, prevista con D.A., che modifica in parte la proposta dell’ASP 7 non sembra corrispondere alle necessità della popolazione Iblea, non risolve il problema delle attività chirurgiche e in particolar modo, delle sale operatorie previste in tutti i presidi ospedalieri, le quali la gran parte continueranno ad operare solo il mattino, perpetuando dispendio di risorse umane ed economiche. Possibile che non ci si sia posto il problema? Oppure è prevalsa la solita gattopardesca legge, che tutto cambia ma le cose restano uguali. Crea sconcerto, che dopo aver parlato di deospedalizzazione siano spariti i posti letto previsti per l’osservazione breve nei pronto soccorsi, forse la si farà a domicilio?. Noi temiamo che così facendo, si stiano creando le premesse per far sparire in modo subdolo i due presidi ospedalieri di Comiso e Scicli, altro che rispetto dei protocolli tra Assessorato alla Sanità e OO.SS., sulla rifunzionalizzazione dei presidi ospedalieri carenti o del necessario coinvolgimento del sindacato in sede provinciale. Nella proposta non trovano ancora risposta patologie come carcinomi al colon (497 cittadini nel 2008 sono dovuti ricorrere per le cure al Garibaldi di Catania), stessa cosa per i tumori alla mammella, oppure patologie emergenti nel nostro territorio come le leucemie che possono trovare risposta solo in DH. Di questo e di altro ancora vogliamo parlare ai responsabili della sanità, invitando tutti i protagonisti (direzione aziendale, assessorato, forze politiche e le altre OO.SS. ecc.) ad un confronto nell’interesse dei cittadini tutti.”
Ufficio Stampa |