DETTAGLIO NEWS DAL PROVINCIALE
10/08/2012 - UFFICIO STAMPA

Avola. Non si scherzi con l'Università

Un'altra tegola si abbatte sulle istituzioni della nostra provincia. Il direttore generale dell'etneo catanese rimanda a settembre la stipula dell'accordo transattivo che doveva essere sottoscritto nei giorni scorsi tra il rettore, il Commissario della Provincia, il Sindaco di Ragusa ed il Presidente del Consorzio Universitario, forte di un “parere” del Presidente del Collegio dei revisori dei Conti con valore temporaneo e privo di legittimazione perchè dovrà essere esaminato dagli altri membri.  Inusuale è certamente la procedura ed il merito atteso che il ruolo e la funzione dei collegi dei revisori nella pubblica amministrazione non sono quelli di esprimere pareri né tantomeno di sindacare sulle transazioni.

I ben informati parlano di ripensamento da parte dell'Università cosa a cui io non credo, avendo avuto modo di partecipare recentemente ad un incontro col rettore Recca il quale si era impegnato per la immediata transazione, unica condizione per garantire le iscrizioni al 1° anno per il prossimo anno accademico.

Ed il rettore in più circostanze ha onorato gli impegni assunti. Resto convinto che lo farà anche stavolta e che non si farà espropriare della sua funzione. E poi la scelta suonerebbe come una sciagura per il futuro dell'Università, per le attese degli studenti e per il personale del Consorzio.

Non si può fare violenza sulle finanze degli EE.LL. prima e poi esclamare: abbiamo scherzato.

Sarebbe indecente e quindi irricevibile rimandare tutto a settembre. O ci sono vecchi e nuovi interessi per spazzare via quel poco che resta dell'Università a Ragusa?

La Cgil, ma anche le altre forze sindacali, vigilerà perchè ciò non accada, invita il Presidente del consorzio a reiterare la richiesta di sottoscrizione dell'atto transattivo ed è pronta a sostenere ogni azione che si renderà necessaria.

L'Università va salvata, la nostra comunità il nostro territorio ne hanno bisogno e non saranno i cavilli di un pubblico dirigente, peraltro in un ruolo improprio, a decretarne la morte.